Infrastrutture di ricerca e tecnologia: la nuova scommessa industriale dell’UE
Nuova strategia per potenziare e integrare infrastrutture di ricerca/tecnologia in Europa, con focus su accesso semplificato, competenze, governance e resilienza, a supporto della competitività e della “quinta libertà”. Previsti riferimenti a AI, sovranità tecnologica e attrazione talenti.
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9/30/20251 min read
Con un comunicato del 15 settembre, la Commissione ha presentato una strategia per rafforzare le infrastrutture di ricerca e tecnologia (RTI) europee: accesso più semplice per scienziati e imprese, investimento coordinato, governance snella, competenze e apertura internazionale. Il disegno è ambizioso: trasformare laboratori, linee pilota e grandi attrezzature in una rete integrata, capace di sostenere l’intero ciclo dell’innovazione—from lab to market—e di abilitare sovranità tecnologica nelle aree critiche.
Per la policy industriale europea, la strategia RTI è la risposta infrastrutturale alle diagnosi contenute nei rapporti Draghi e Letta sulla competitività: densificare l’offerta di servizi tecnologici condivisi, agganciare AI e digitalizzazione ai processi sperimentali, facilitare l’uso delle strutture da parte di startup e pmi con accesso “once-only” e sportelli unici. L’enfasi sulle “linee pilota” colma un vuoto: molto è stato fatto su ricerca fondamentale e poco sulle fasi di scalabilità e validazione preindustriale.
Sul piano giuridico e di governance, tre nodi: (1) regole di accesso equo e pricing per utenti pubblici/privati; (2) IP management chiaro (foreground/background IP, licensing rapido, clausole su dati e modelli AI); (3) affidabilità e sicurezza per dati sensibili e know-how, specie in settori dual use. Qui la convergenza con AI Act, Data Act e futuri atti su spazio e semiconduttori è determinante per evitare conflitti e ritardi contrattuali.
Le implicazioni per il business sono notevoli. Se davvero si riduce l’attrito di accesso alle RTI, si abbassano barriere d’entrata per tecnologie capital-intensive (quantum, fotonica, biomanufacturing, robotica). Un tessuto di servizi condivisi su test, certificazione e validazione può comprimere time-to-market e attirare talenti, in coerenza con l’iniziativa “Choose Europe”. La condizione è un funding mix stabile—combinando Horizon, coesione, PNRR nazionali e capitali privati—e KPI di impatto sull’adozione industriale.
Competitività e sovranità: legare RTI a catene di fornitura europee riduce dipendenze in componenti critiche (chip, cloud/edge, strumenti scientifici). Ma servono clausole di resilienza e piani di rischio per accesso a dati e facility, come richiesto dalla strategia, per gestire vincoli geopolitici e export control.